Le case stanno a zero. Ed è una buona notizia | LaRepubblica
NIENTE PIÙ BOLLETTE DA PAGARE, PERCHÉ L’ENERGIA NECESSARIA È TUTTA
AUTOPRODOTTA. UNA LEGGE EUROPEA LO PREVEDE PER LE NUOVE
COSTRUZIONI. IMPOSSIBILE? NO, EDIFICI COSÌ ESISTONO GIÀ. ANCHE IN ITALIA
– di Giuliana Zoppis
NIENTE PIÙ BOLLETTE DA PAGARE, PERCHÉ L’ENERGIA NECESSARIA È TUTTA
AUTOPRODOTTA. UNA LEGGE EUROPEA LO PREVEDE PER LE NUOVE
COSTRUZIONI. IMPOSSIBILE? NO, EDIFICI COSÌ ESISTONO GIÀ. ANCHE IN ITALIA– di Giuliana Zoppis
ERA IL 1996 quando sono entrate in funzione in tutta Europa le etichette che ci hanno insegnato a capire con uno sguardo cosa consuma di meno e cosa spreca energia. Abbiamo ormai dimestichezza con quelle scale di fasce colorate, dal verde al giallo al rosso con le lettere dalla A alla G. I’asticella delle aspettative, però, si sta alzando vorticosamente e l’obiettivo sono le case Nzeb (Near zero energy building, edifici a energia quasi zero), dove ciò che serve per riscaldare, rinfrescare, illuminare è prodotto in loco da fonti rinnovabili.
Una direttiva europea del 2018 stabilisce addirittura che entro la fine di quest’anno ogni nuova costruzione dovrà essere Nzeb. E che il passo successivo sarà quello di garantire infrastrutture domestiche per la mobilità elettrica in tutti gli edifìci non residenziali di nuova costruzione e in quelli da ristrutturare con almeno dieci posti auto. «Da parte nostra, siamo andati oltre: abbiamo appena costruito ad Asti le prime tre case Ecolibera. Che significa abitare in totale libertà senza bollette, niente gas e zero carburante.
Ogni casa ha un impianto fotovoltaico che arriva a potenze che sono oltre il doppio di quelle comuni e che permettono di alimentare elettrodomestici, riscaldamento, climatizzazione e i veicoli elettrici della famiglia», affermano Pierpaolo Zampini e Dario Mortini di Finlibera Spa. Un investimento di questo tipo si recupera in circa otto anni e, quando la legge lo permetterà, queste case potranno essere scollegate dalla rete elettrica. Abitazioni dove l’energia catturata dal sole è maggiore di quella che si consuma e che può alimentare, oltre ad auto, moto e bici, apparecchi perii benessere domestico, dalla serra idroponica per coltivare frutta e verdura tutto Tanno alla stampante 3D.
Quello di vivere off grid, autosufficienti rispetto alle reti di distribuzione, è un approccio nato nei Paesi del Nord Europa. In Norvegia, a Sandnes, sorge una delle prime case Nzeb. Isobo Aktiv, progettata dagli architetti Sfas, applica dal 2011 pannelli fotovoltaici e sistemi domotici per l’apertura controllata delle finestre e la schermatura ombreggiante secondo i movimenti del sole. Due anni prima, nella danese Aarhus, il gruppo Aart aveva costruito Home for life di Velux Group: un edifìcio Nzeb con impianti in grado di produrre più energia di quella consumata ogni giorno dell’anno. Anche nelle buie giornate d’inverno.
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