La casa del futuro? Sarà modulare e pronta in pochi mesi | Il Sole 24 Ore
L’obiettivo di questo modello abitativo Ecolibera (nel rendering) è liberarsi dai costi dell’energia elettrica e del gas, contando su un sistema sostenibile che autoproduce il proprio fabbisogno per luce, acqua calda, mobilità e cibi freschi dell’orto
–di Maria Chiara Voci
L’obiettivo di questo modello abitativo Ecolibera (nel rendering) è liberarsi dai costi dell’energia elettrica e del gas, contando su un sistema sostenibile che autoproduce il proprio fabbisogno per luce, acqua calda, mobilità e cibi freschi dell’orto
L’innovazione in edilizia ha obiettivi comuni, ma implicazioni e declinazioni diverse. Lo dimostrano alcuni fra gli ultimi “concept” lanciati sul mercato. Puntano tutti sulla modularità, sulla possibilità di declinare il progetto a seconda delle esigenze, sull’impiego della progettazione digitale, a zero margini di errore e sulla ricerca di soluzioni che (industrializzando il processo) siano in grado di abbattere i costi e i tempi di realizzazione. Per offrire al consumatore finale un “prodotto” casa il più possibile a portata di mano. La differenza, però, sta nella scelta dei materiali, nel modo in cui vengono utilizzati e nelle tecnologie impiegate. Chi scommette sul legno e chi sull’acciaio. Chi punta tutto sull’isolamento dell’involucro e chi su ll’integrazione degli impianti.
Gli esempi si moltiplicano a più livelli: da una parte le grandi multinazionali. Dall’altra, nuove realtà che si stanno affacciando sul mercato proprio attraverso l’innovazione dei moduli proposti.
Due strade diverse, ma che puntano allo stesso obiettivo sono quelle percorse dalla multinazionale Saint-Gobain e dal Gruppo Manni di Verona, con la divisione Green Tech. Entrambe le realtà hanno scelto come vetrina l’ultima edizione di REbuild, appuntamento annuale di riferimento per il settore costruzioni si è svolto (nella edizione primaverile) a fine maggio a Riva del Garda. Nel primo caso è stato lanciato Xyliving, sistema costruttivo in legno a incastro flessibile, di facile assemblaggio, progettato in Bim e a km zero. Due piani si montano in 20 giorni. Nel secondo, la tecnologia è sempre off-site, ma scommette sull’acciaio per la realizzazione di un fabbricato antisismico con budget contenuto e in tempi record.
Nella sua ultima versione era invece presente alla Design Week di Milano Emphathy. Il prototipo scommette – come punto di forza – su ecologia e circolarità. A proporlo è Marchingenio, piattaforma creativa e di design fondata da Massimiliano Mandarini (che progetta e sviluppa e poi collabora con le aziende). Il cliente può scegliere forma e materiale (il sistema è rigorosamente a secco): a garantire sulla qualità interviene anche il protocollo Leed. Dalla fase di test si è già passati alla realtà dei fatti: in particolare, una versione del modulo è stata sviluppata su ruote e successivamente venduta a un privato. Il team internazionale di progettisti di Prefarch ha invece messo a punto, nell’ambito di una ricerca prossima al traguardo e condotta per la società Cogi, un prototipo in acciaio steelmax a impatto zero. Una tecnologia già presente, ma rivisitata. Con uno punto di riferimento preciso nel contesto: il fabbricato può assumere le forme di una villetta isolata, con patii e logge o di un immobile a moduli di social housing. “Aumentabile” all’occorrenza.
nnovazione significa anche evoluzione del business. RubnerHaus, dopo 40 anni di presenza sul mercato, ha lanciato “Studio”, evoluzione del prefabbricato in legno a catalogo. La casa continua a essere prodotta in stabilimento (vengono addirittura montati infissi e impianti elettrici), ma può essere personalizzata in ogni finitura e dettaglio. I tempi di realizzazione restano competitivi: superata la fase di preparazione del terreno e delle autorizzazioni, in fabbrica ci vogliono in media due giorni per costruire mura e tetto di 300 metri quadrati. In questo caso, il costo però cresce.
Se la classe A è data per scontata ormai da tutti, c’è infine chi si spinge oltre sul fronte impiantistico. Il caso è quello di Ecolibera, progetto innovativo presentato da Finlibera di Milano. Il “pay-off” del prodotto recita «La casa che guadagna». L’obiettivo cui si tende è liberarsi dai costi dell’energia elettrica e del gas, contando su un sistema sostenibile che autoproduce il proprio fabbisogno per luce, acqua calda, mobilità e cibi freschi dell’orto. In più, una rendita garantita, serve a rimborsare poco alla volta i costi di acquisto.
Dal punto di vista dell’involucro, le scelte sono ampie e possono andare (a seconda del portafoglio e delle richieste del cliente) dall’edilizia tradizionale al legno-canapa-calce. Il punto focale è il tetto, un sistema bioclimatico-attivo, integrato con fotovoltaico e solare termico. La potenza installata può andare fino a 20kWp. I primi lotti delle nuove villette sono in costruzione in Lombardia: una villa singola con Spa a Brembio (nel lodigiano, a 20 minuti da Milano), un’altra a Casarile (a 10 minuti dalla metropoli), con zona a reddito al piano superiore, e una villa a Cirimido (Como).
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